giovedì 30 ottobre 2014

Recensione: Le italiane in Africa Orientale (Mangialibri)





Aggiungi didascalia
Dicembre 1937. Il Federale di Addis Abeba scrive una lettera dai toni accorati ad Achille Starace, segretario del Partito Fascista nella quale si legge tra l’altro: “L’uomo durante il periodo bellico sente meno lo stimolo dei rapporti sessuali, ma ritornato alle condizioni normali di vita sente acuirsi il bisogno dello sfogo dei sensi. La forzata astinenza offre sintomi chiari: certe eccitazioni e nervosismi, svogliatezza nel lavoro, tendenza a rimpatriare, funzionari e impiegati che sollecitano licenze talvolta accusando malattie inesistenti, casi di pederastia, smarrimento del senso morale sino al punto di spingersi al legittimo connubio con donne di facili costumi: e basti dire che dodici prostitute di case di tolleranza si sono sposate! La mancanza di donne nazionali spinge l’uomo alle relazioni sessuali con le indigene, e le conseguenze sono serie…”. Quando la missiva giunge al Duce, Mussolini decide di operare una drastica accelerazione nel radicamento di una componente femminile nella popolazione dell’Africa Orientale Italiana. Parola d’ordine: evitare il madamismo e il meticciato: occorre mandare donne italiane in Africa, e subito…
Continua la meritoria opera di approfondimento sulla storia dell’AOI intrapresa da Fabrizio Di Lalla con l’editore Solfanelli. Stavolta il focus è un aspetto finora colpevolmente - e incredibilmente - trascurato: il ruolo delle donne nella sfortunata avventura coloniale italiana. Non fu affatto un ruolo marginale come molti sembrano credere (o voler far credere): parliamo di circa 28.000 donne, non solo “aggregate” passivamente ai mariti, ma anche nubili in cerca di fortuna. Insegnanti, dottoresse, infermiere, impiegate, prostitute: qualcuna per entusiasmo da propaganda di regime, molte per disperazione da povertà e parecchie anche per imposizione queste donne, quasi tutte giovani, “scommisero” sull’AOI per dare una svolta al loro futuro e videro le loro speranze e le loro vite andare in fumo dopo pochi anni. Di Lella tratta prima l’argomento in generale con la consueta puntigliosità basandosi sulle rare fonti archivistiche, poi racconta le vicende personali di Ersilia Cavaciocchi, Marta Maione Padovani, Anna Maria Moglie, Rosa Vinci, Cecilia Rizza, Jolanda Sommovigo, Ain Zara Magno, Olga Corsini Olsoufieff, Debora Parmesan e Matizia Orio e infine riporta integralmente il memoir inedito - tra cronaca bellica e feuilleton - che la Sommovigo nei primi anni Cinquanta tentò invano di farsi pubblicare e il cui manoscritto giaceva da allora in un faldone dell’Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri, una vera chicca. Come di consueto in questi bei “volumoni” Solfanelli sull’AOI in appendice troviamo documenti e apparato iconografico in bianco e nero.

David Frati

http://www.mangialibri.com/node/15753


venerdì 26 ottobre 2012

Presentazione: UN POSTO AL SOLE (Casacalenda, 26 ottobre 2012)


Il 26 ottobre 2012 si è svolta la presentazione del libro Un Posto al Sole di Fabrizio Di Lalla nell’ambito di una manifestazione organizzata dalla Fondazione Caradonio-Di Blasio di Casacalenda (CB) per la consegna delle borse di studio agli studenti più meritevoli delle scuole superiori per l’anno scolastico 2011/2012. I lavori, con la presenza delle autorità del paese, sono stati aperti presso la sala convegni della fondazione dal presidente, dott.ssa Rosa Marcogliese, e la brillante relazione è stata tenuta dall’ing. Antonio Vincelli la cui originalità, accolta favorevolmente dalla platea, è stata quella di accostare il contenuto del libro alla realtà di quei luoghi. Ha tenuto a sottolineare, infatti, come il tentativo di colonizzazione demografica ideata dal fascismo non è stato altro che un tassello della lunga e dolorosa storia dell’emigrazione degli italiani verso altre terre iniziata a ridosso della costituzione dello stato unitario. Un doloroso evento che ha privato soprattutto il meridione delle migliori energie costituite dai giovani e ha contribuito ad accrescere il gap tra nord e sud, riducendo comunità un tempo pulsanti di vita a pochi abitanti, in gran parte anziani. Nel suo breve intervento l’autore ha ricordato gli anni della sua infanzia, il momento dello strappo doloroso da quella realtà e l’emozione per l’odierno ritorno dopo oltre cinquant’anni alle sue radici, augurando ai tanti giovani presenti in sala un futuro che non sia una fuga obbligata e invitandoli per questo a dare il meglio di se stessi non solo per soddisfare le proprie aspirazioni ma anche per contribuire affinché quella comunità possa, rivitalizzata, riprendere il suo cammino.


 

mercoledì 1 agosto 2012

Indice di UN POSTO AL SOLE


Indice
Introduzione

Parte prima
I progetti di valorizzazione economica

Il segno distintivo dell’imperialismo fascista:
la colonizzazione demografica
La situazione dell’agricoltura italiana negli anni Trenta
Un milione di contadini per l’impero del lavoro
Gli obiettivi economici della conquista dell’Etiopia
Un territorio sconosciuto
Le limitate risorse finanziarie
Le indagini scientifiche e le missioni economiche
Le condizioni ambientali: il clima e le acque
La mancanza di terre libere
I servizi tecnici
L’assenza d’infrastrutture
La resistenza
Il rapporto tra i vari tipi di agricoltura
L’agricoltura imperiale e le esigenze del mercato interno e nazionale
La vita difficile degli italiani nelle campagne
L’agricoltura affidata ai privati
Gli alimenti di base
I prodotti industriali
Le altre attività nel settore agricolo e alimentare: l’allevamento
L’attività forestale
La caccia e la pesca
L’agricoltura indigena
Conservazione, trasformazione e distribuzione dei prodotti
Produzione alimentare e fabbisogno durante la guerra
La presenza italiana nel dopoguerra

Parte seconda
Gli Enti di colonizzazione demografica

Gli insediamenti sovvenzionati con le risorse pubbliche
Gli enti finanziatori
I bacini di provenienza dei coloni e le procedure di selezione
Il rapporto di lavoro tra coloni ed enti
L’Opera Nazionale Combattenti in A.O.I.
Il comprensorio di Olettà
Il comprensorio di Biscioftù
Il progetto e la costituzione dell’azienda in Africa
Due elementi essenziali per la solidità produttiva: L’ampiezza dell’unità poderale 69
Il contributo del lavoro indigeno. Il rapporto tra le due comunità
Il primo reclutamento
La necessità di attribuire ai coloni la responsabilità diretta dei fondi
L’attività produttiva dei comprensori
Il progetto dei centri di servizi
La scelta delle colture
Investimenti e patrimonio aziendale
Le fasi della colonizzazione
Le procedure di selezione delle famiglie
L’invio dei due scaglioni di famiglie. I rapporti sociali
L’attività dei ribelli
Fuga dai comprensori
Costi e inadeguatezza delle case
La guerra
La sconfitta e l’odissea dei coloni
Il rimpatrio
L’ente dal dopoguerra al suo scioglimento
Gli enti di colonizzazione regionali
Puglia d’Etiopia
La costituzione
Il finanziamento
Il contributo delle provincie
I primi insediamenti e le carenze organizzative
Obiettivi e realizzazioni del primo periodo
La selezione e la partenza dei coloni
Le difficoltà del reclutamento
La mancanza di trattoristi
Dalla fase salariale a quella proprietaria
Una vita difficile
Il finanziamento delle opere pubbliche
La sistemazione del comprensorio
Bari d’Etiopia
Ripartizione delle risorse necessarie nell’anno 1939/40
per Bari d’Etiopia
La costruzione delle case coloniche
L’ultima fase dell’attività aziendale
La guerra si avvicina
L’ente durante il conflitto
Il contributo alla produzione di guerra
L’occupazione inglese e gli internamenti
L’attività assistenziale dell’ente
Il dopoguerra
Il ruolo del governo dell’Amara nella colonizzazione
Romagna d’Etiopia
Il progetto
Le prime partenze
La fase iniziale nel grande comprensorio dell’Uogherà
I nuovi scaglioni
Il problema dei trattori
I contrasti con il Governo dell’Amara
Si avvicinano le nubi del conflitto
Attrezzature per l’attività produttiva e la vita sociale
Poderi e case coloniche
Il progetto dei centri urbani
Al centro della guerriglia
L’attività produttiva del comprensorio dell’Uogherà
Villa Anna Maria
Alto Auasc
La fase conclusiva. L’attività in Eritrea
Il dopoguerra e la liquidazione dell’ente
Centurie Agricole di pre-colonizzazione
La colonizzazione nel Galla e Sidamo
Ente di Colonizzazione Gestione Thesauro De Rege
La costituzione e la predisposizione del comprensorio
L’arrivo dei coloni
Difficoltà gestionali
L’organizzazione e l’attività produttiva
Consorzio Agricolo di Gimma
Le pattuglie del grano
Gli insediamenti previsti e non realizzati
Veneto d’Etiopia
Ente per gli italiani residenti all’estero
Altri progetti
La situazione dell’agricoltura dell’impero alla vigilia dell’entrata in guerra dell’Italia
Conclusioni

Appendice

Tabelle con i dati sugli Enti di colonizzazione

I vertici del Ministero dell’Africa Italiana

Cronologia dei viceré e dei governatori

I dirigenti degli enti di colonizzazione

Mappatura delle grandi aziende agrarie che operarono in AOI

Significato di alcuni termini usati nel testo

Abbreviazioni nel testo

Fonti
Fonti fotografiche
Fonti documentali
Archivio Centrale dello Stato
Archivio Storico del Ministero degli Esteri
Istituto Agronomico per l’Oltremare

Mappe e immagini

Elenco documentazione

DOCUMENTI


Bibliografia essenziale
Autori di relazioni e articoli consultati in quotidiani e periodici
Articoli non firmati e rubriche esaminate

Indice delle persone citate nel testo 427

L’Autore

martedì 31 luglio 2012

Novità: UN POSTO AL SOLE di Fabrizio Di Lalla


Nonostante la colonizzazione demografica abbia rappresentato l’elemento distintivo del colonialismo, la ricerca storica su tale argomento ha presentato finora un vuoto d’indagine inspiegabile. Salvo, infatti, alcuni scritti dal contenuto pregevole ma limitati ad alcuni aspetti e di estrema sintesi, poco o nulla è stato scritto e il riferimento più importante resta ancora il saggio di Carlo Giglio del lontano 1939.
Questo libro, dunque, cerca di supplire a tale carenza attraverso una ricerca a tutto campo su tale materia attraverso l’esame del notevole materiale disponibile nei principali archivi italiani.
La documentazione raccolta è stata messa a confronto, nel piano dell’opera, con gli articoli pubblicati nelle tante riviste coloniali dell’epoca determinando due piani di lettura.
Da una parte l’aspetto propagandistico che doveva far leva sulla società italiana creando consenso e speranze che nella realtà si rivelarono illusioni, dall’altra la dura realtà che emerge dalle testimonianze scritte, mai pubblicate, non solo dei vertici politici e aziendali ma anche dei semplici coloni che alla fine pagarono il prezzo più alto di questa avventura.
Parte integrante del saggio è l’ampia appendice che comprende, tra l’altro, i quadri riassuntivi degli elementi essenziali della colonizzazione demografica e un’ampia iconografia fotografica e documentale.


Fabrizio Di Lalla
UN POSTO AL SOLE
La colonizzazione demografica in A.O.I. 
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-766-6]
Pagg. 440 - ill. - € 30,00

http://www.edizionisolfanelli.it/unpostoalsole.htm

martedì 26 luglio 2011

L’impero breve: Recensione di David Frati (Mangialibri.com)



1936. Nel consenso generale dei suoi cittadini – non solo delle masse, ma anche di fior di intellettuali – l'Italia fascista ha appena occupato l'Etiopia o Abissinia con una crudele guerra-lampo di soli sette mesi che ha inflitto all'esercito africano perdite da dieci a venti volte superiori a quelle italiane. Ora Eritrea, Somalia ed Etiopia sono unite nell'Africa Orientale Italiana (AOI), il trasferimento di migranti dal nostro Paese ai territori appena conquistati è iniziato, e continuerà ancora per anni, fino al tragico epilogo del colonialismo mussoliniano. Il costo ingente della campagna militare – si stima in più di 38 miliardi di lire, molto più dei 12 dichiarati ufficialmente - è stato scaricato sulle classi medie e sui proletari con blocchi dei salari e aumenti del costo della vita, e nei prossimi anni le spese coloniali assorbiranno una percentuale significativa del bilancio statale (come ebbe a dichiarare il diplomatico britannico F.W. Cavendish Bentinck in una comunicazione al suo Governo “L'impero in Africa Orientale è per il momento una bancarotta”). C'è da costruire un'intera nazione: strade, palazzi, città. Ci sono da bonificare e irrigare terreni, c'è da sviluppare il commercio, ci sono da impiantare un'assistenza sanitaria, una organizzazione scolastica, una struttura giudiziaria: e il tutto sotto la minaccia costante della guerriglia partigiana...
Fabrizio Di Lalla, ex funzionario del Ministero del Lavoro e sindacalista UIL, concretizza la sua grande passione per la Storia dando alle stampe un saggio monumentale, un affresco molto equilibrato, a tratti persino troppo: si avverte distintamente la cautela dell'autore, che sa di camminare su un terreno scivoloso ed è alla costante ricerca di equilibrio, aderenza ai fatti, moderazione. Gli facilita il compito l'approccio scelto, basato al 100% sull'analisi di dati, memorialistica, reportage, articoli giornalistici d'epoca (compresi i 23 volumi pubblicati dal 1938 al 1943 de “Gli Annali dell'Africa Italiana”), testimonianze orali. Da questo approccio deriva anche la chiara vocazione del libro, che è l'informazione e non un giudizio politico purchessia della controversa esperienza coloniale mussoliniana. Si cerca insomma – per citare l'introduzione – di dare “un quadro quanto più aderente alla realtà di ciò che gli italiani fecero nel bene e nel male in quel lustro intenso e tragico della storia d'Italia e delle memorie che ancora oggi è possibile rintracciare in quella parte martoriata del continente africano”. Eccellente poi la scelta di ricorrere al grande formato e l'inserimento di un nutrito apparato iconografico. Ottimo libro, ma solo se lo si intende come 'allegato' a un saggio che descriva passo passo la parabola storica dell'AOI, qui solo sommariamente riassunta.

David Frati

http://www.mangialibri.com/node/8939

giovedì 2 giugno 2011

Indice: IMMAGINI DELL'IMPERO


Indice
Introduzione


Il Corno d’Africa prima del conflitto

Conquista, resistenza, repressione

L’organizzazione dell’impero

La colonizzazione demografica

La valorizzazione economica

La società coloniale

La sconfitta e il dopoguerra


Le fonti delle immagini


L’Autore

mercoledì 1 giugno 2011

Novità: IMMAGINI DELL'IMPERO

La descrizione dell’avventura fascista in Africa Orientale, attraverso una notevole mole d’immagini coordinate su un percorso narrativo, rappresenta una novità nella saggistica. Finora, infatti, sono state rare le opere che hanno utilizzato questo mezzo documentale e nei pochi casi in cui ciò è avvenuto, la scelta ha riguardato aspetti guerreschi, diplomatici o politici, mentre è stato riservato uno spazio non adeguato all’umanità indistinta che ha vissuto quei fatti.
L’autore, invece, seguendo le orme del suo precedente saggio, ha descritto visivamente i vari aspetti della vita dei nostri connazionali in terra d’Africa, che laggiù hanno compiuto opere notevoli e azioni nefande, e i loro rapporti con il mondo indigeno, nel loro cammino breve e drammatico verso la conclusione dell’avventura con un ritmo quasi cinematografico.
Tutto questo è stato il frutto di una lunga e difficile ricerca per reperire la documentazione visiva necessaria. Purtroppo in questa indagine non ha potuto contare molto sul materiale delle varie fototeche esistenti nel nostro paese. Infatti, pur essendo notevole, soprattutto nell’archivio dell’Istituto Luce, riguarda in prevalenza eventi politici e militari mentre poco c’è sulla massa dei nostri connazionali dell’impero.
Ha trovato, invece, molto più materiale su tale argomento nella pubblicistica periodica coloniale dell’epoca, spesso di ottima fattura. Tali periodici, infatti, erano quasi tutti editi dall’Ufficio Studi del Ministero dell’Africa Italiana, dove confluiva il materiale fotografico della sezione Luce A.O.I.. Con la caduta del fascismo, l’armistizio e il trasferimento al nord di gran parte della documentazione, molto materiale è andato disperso in mille rivoli. Un ulteriore supporto è derivato all’autore dalla propria fototeca costruita nel corso degli anni.
Nonostante tutte le difficoltà incontrate, ci pare che questo saggio, con l’inversione dei ruoli tra immagine e scritto, raggiunga l’intento di dare al lettore una concreta testimonianza, organica e originale, della società italiana in formazione in A.O.I. in tutti i suoi aspetti anche quelli apparentemente secondari del vivere quotidiana, con la descrizione del tragico percorso di questi nostri connazionali dal loro approdo in Africa alla triste conclusione della sconfitta con le sofferenze ad essa connesse.


Fabrizio Di Lalla
IMMAGINI DELL'IMPERO
Storia fotografica degli italiani in A.O.I.

Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-728-4]
Pagg. 336 + 16 ill. a col. - € 30,00

http://www.edizionisolfanelli.it/immaginidellimpero.htm

giovedì 3 giugno 2010

Foto della presentazione di Roma


da sinistra verso destra

Maurizio Nicolia (Segretario generale della Uil Unsa), Claudio Palmisciano (Presidente della Fondazione Massimo D'Antona), Fabrizio Di Lalla, Antonio Foccillo (Segretario confederale della Uil), Augusto Sinagra (professore Ordinario di Diritto, Facoltà di Scienze Politiche alla Sapienza di Roma), Donato Antonio Rossi (Presidente dell'Unione Nazionale Scrittori e Artisti - UIL)

giovedì 6 maggio 2010

L'IMPERO ITALIANO IN AFRICA: UN TRAGICO POSTO AL SOLE

C’era una volta l’impero italiano. Un’illusione megalomane, un progetto ambizioso costato sangue, fatica e ingenti risorse all’Italia a ridosso del secondo conflitto mondiale, destinato a durare appena una manciata d’anni, tra il 1936 – la proclamazione in pompa magna è del 9 maggio – e il 1943, alla caduta di Mussolini. Un impero effimero, che si merita davvero l’aggettivo di “breve”, al pari di quel “secolo breve”, con cui Eric Hobsbawm ha definito il XX secolo.

L’idea dell’impero veniva da lontano, dai libri di scuola che illustravano gli splendori dell’impero romano e da un confuso bisogno di emulare le grandi potenze europee, che godevano di “posti al sole” in tutto il mondo. L’apertura del fronte coloniale, sulle base delle precedenti esperienze in terra africana tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, avrebbe risolto in parte i problemi della disoccupazione e, allo stesso tempo, assicurato maggiori consensi al regime fascista.

Il 1935, a questo proposito, è l’anno cruciale. Da allora comincia un flusso inarrestabile di persone e di mezzi nei territori d’oltremare. La convinzione di un’Italia “buonista”, che porta la civiltà nella parte più depressa dell’Africa Orientale Italiana (conosciuta con l’acronimo A.O.I., cioè l’Eritrea, la Somalia e l’Abissinia, l’attuale Etiopia), costruendo strade, scuole e ospedali, è contrastata dalla condanna storica di un’inutile aggressione nei confronti delle popolazioni autoctone, dal razzismo diffuso, dalla violenza della repressione, dai bombardamenti, dall’uso di gas micidiali. Veri crimini di guerra.

Una pagina certamente non brillante della nostra storia, che Fabrizio Di Lalla ricostruisce con meticolosa puntualità in un ponderoso volume edito da Solfanelli. Al di là della cronaca ufficiale, dei bollettini di guerra, delle autocelebrazioni e dei proclami (sostenuti da una capillare opera di propaganda, che non dimentica neppure la stampa illustrata per l’infanzia), Di Lalla mette in luce il lato sociale dell’avventura italiana in Africa, ricostruendo la vita quotidiana, l’ambiente e la cultura degli uomini e delle donne che parteciparono all’impresa coloniale, spinti dalle più diverse motivazioni, ma destinati a restare comunque soli di fronte al passaggio della Storia. Non un tentativo di giustificazione, ma piuttosto “una descrizione appassionata e documentata del destini di tanti esseri umani, in gran parte umili lavoratori, ognuno in cammino verso la propria tragica odissea”.

Carlo Bordoni

http://www.arteinsieme.net/renzo/index.php?m=81&det=6695

venerdì 22 gennaio 2010

L'Indice de L'IMPERO BREVE

INDICE

L’IMPERO BREVE
Vita e Opere degli Italiani in A.O.I.


L’AFRICA ORIENTALE ITALIANA DAL COLONIALISMO FASCISTA ALLA FINE DELL’AVVENTURA

Parte prima
IL COLONIALISMO FASCISTA
LA CONQUISTA DELL’IMPERO


INTRODUZIONE

GLI ELEMENTI PECULIARI DELL’IMPERO FASCISTA
Il consenso
I costi dell’impero
La colonizzazione
L’ammodernamento del paese
Gli errori di una conquista fuori dalla storia

L’AFRICA ORIENTALE PRIMA DELLA CONQUISTA DELL’IMPERO
Le colonie italiane: Eritrea e Somalia
L’impero etiopico
Le operazioni belliche


Parte seconda
L’ORGANIZZAZIONE DELL’IMPERO

LE STRUTTURE ISTITUZIONALI E AMMINISTRATIVE
I vertici istituzionali e i loro poteri. I contrasti e le reciproche intrusioni
I principi fondamentali dell’imperialismo italiano
Le istituzioni centrali e periferiche e i servizi essenziali
La proclamazione dell’impero e la legge fondamentale
Il Ministero dell’Africa Italiana
L’organizzazione del Governo Generale e dei governi dell’AOI
Le circoscrizioni politico-amministrative dei governi
La formazione coloniale e il progetto dell’Accademia italiana d’Africa
Le amministrazioni municipali
L’amministrazione della giustizia
L’apparato militare
La struttura del partito fascista

I SERVIZI PUBBLICI ESSENZIALI
La scuola
L’organizzazione sanitaria

IL LAVORO
La tutela del lavoro
La previdenza e l’assistenza
Gli organismi corporativi imperiali

LE INDAGINI CONOSCITIVE PER LA VALORIZZAZIONE E LA COMUNICAZIONE SCIENTIFICA

L’INTERVENTO PUBBLICO PER L’AVVALORAMENTO
La pianificazione delle opere pubbliche

LE INFRASTRUTTURE
La risorsa delle acque
Le opere idrauliche
Gli impianti elettrici
Le comunicazioni e i trasporti
Le comunicazioni esterne
Le comunicazioni interne e i mezzi di trasporto

LA COLONIZZAZIONE DEMOGRAFICA
L’urbanizzazione
La capitale
I capoluoghi di governo e i centri importanti
La colonizzazione agricola
Gli insediamenti dell’Opera Nazionale Combattenti
Gli enti regionali

I FINANZIAMENTI PUBBLICI E L’ECONOMIA
La politica monetaria e doganale. Le limitazioni agli scambi
Le banche e il sistema creditizio
Le prospettive dello sviluppo economico
Il costo del lavoro: la manodopera
L’utopia dell’autarchia
Il settore industriale
L’edilizia
L’attività mineraria
L’artigianato indigeno
Il commercio
Le carovane e i mercati indigeni
Alberghi e turismo
L’agricoltura
Gli ostacoli alla colonizzazione
La centralità dell’agricoltura indigena
I servizi agrari
La questione fondiaria
Le condizioni climatiche
L’agricoltura capitalistica
I prodotti industriali
L’allevamento
L’attività forestale
La caccia e la pesca


Parte terza
LA SOCIETÀ COLONIALE

IL COMPLESSO RAPPORTO TRA ITALIANI E NATIVI
Tra immaginario collettivo e realtà
Resistenza e guerriglia
La repressione militare
I rapporti con la nobiltà indigena
La ricerca del consenso dei nativi
L’abolizione della schiavitù
La politica religiosa
La politica sanitaria verso i nativi
L’attività di assistenza e il controllo della gioventù
Il progetto per una nuova classe dirigente indigena
La politica razziale
Dall’amministrazione diretta ai tentativi di indirect rule
I punti di contatto tra italiani e nativi

LA NUOVA FRONTIERA
La colonizzazione di massa e la natalità
La vita quotidiana
I giovani
L’esotismo e il mal d’Africa
Le donne

IL TEMPO LIBERO
Il cinema: progetti e realizzazioni
La radio
Lo sport
Il mondo della rivista, della musica e del teatro
La lettura

I RAPPORTI SOCIALI


Parte quartaLA FINE DELL’AVVENTURA

LA GUERRA IN EUROPA E IL PERIODO DELLA NON BELLIGERANZA

LA BREVE ILLUSIONE

LA SCONFITTA: FINE DI UN SOGNO
L’occupazione inglese
La resistenza italiana
Il rimpatrio
La prigionia

DAL DOPOGUERRA AI GIORNI NOSTRI
La realtà degli insabbiati
Delitti e assassini politici
L’eredità degli italiani
Eritrea: instabilità politica e sviluppo economico
L’annessione e la resistenza
Il governo del negus
La decadenza dopo la sconfitta
Gli anni della ripresa
I militari al potere e le ultime vicende


Appendice

MAPPATURA DELLE GRANDI AZIENDE AGRARIE CHE OPERARONO IN AOI
RISORSE INVESTITE

SIGNIFICATO DI ALCUNI TERMINI CITATI NEL TESTO

INDICE DELLE PERSONE CITATE

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
Autori
Autori di articoli e scritti consultati su quotidiani, periodici, annuari e altre fonti
Quotidiani, periodici, annuari ed altre fonti consultate

martedì 12 gennaio 2010

Introduzione dell'Autore a L'IMPERO BREVE

La saggistica sul colonialismo italiano ha avuto un andamento non lineare. Il ventennio fascista ha visto una produzione sull’argomento abbondante ma viziata da esigenze propagandistiche, ad eccezione di alcuni lavori notevoli come l’opera di Raffaele Ciasca. Nel dopoguerra e fino agli anni Sessanta la storiografia, salvo qualche raro caso, ha avuto un carattere giustificativo e assolutorio delle nostre imprese africane, accompagnata da una memorialistica nel suo complesso agiografica.
Negli ultimi decenni, invece, il taglio è cambiato radicalmente e gli storici nella loro quasi totalità hanno espresso netta e chiara la loro condanna nei confronti del colonialismo nel suo complesso e di quello italiano in particolare, con accenti di durezza verso l’avventura fascista contro l’Etiopia per i suoi specifici aspetti negativi. Tra essi il razzismo conclamato e codificato, l’obiettivo di completa marginalizzazione dei nativi dalla vita istituzionale, l’antistoricità dell’aggressione all’unico stato libero africano, le azioni di violenza e repressione nei confronti della popolazione autoctona, le immense risorse sottratte allo sviluppo della madrepatria, specialmente al meridione, il cambio del quadro internazionale che ne derivò a svantaggio dell’Italia.
L’indagine è stata rivolta soprattutto agli elementi politici, militari, diplomatici ed economici per individuare cause, effetti e forze che svolsero un ruolo importante e decisivo in tali eventi. Questa impostazione ha portato, tuttavia, a marginalizzare l’esame degli aspetti legati alle trasformazioni socio-economiche apportate all’Etiopia con i contraccolpi che ne derivarono sulle classi dirigenti indigene, prima e dopo la nostra uscita di scena.
Né sono stati esaminati a fondo gli elementi peculiari della società italiana in fase di formazione in quelle terre che presentava caratteristiche complessivamente rivoluzionarie rispetto al colonialismo tradizionale.
Così, nessuna ricerca approfondita è stata finora fatta su chi erano i coloni italiani, come vivevano, quali erano i loro valori dominanti, gli stimoli per recarsi in terra d’Africa, quale il loro contributo al tentativo di trasformazione dell’Africa Orientale Italiana. Non certo una dimenticanza casuale, né tanto meno una sottovalutazione del fenomeno, quanto piuttosto una conseguenza logica della condanna senz’appello dell’avventura fascista, all’interno della quale si sono svolte le loro vicende.
Questo lavoro, pertanto, rappresenta un tentativo per iniziare a colmare quel vuoto entrando nel mondo dei pionieri italiani, che va ricordato, era costituito da uomini che non furono né santi, né eroi, ma neppure demoni bensì persone comuni con il loro fardello di pregi, difetti, vizi, pregiudizi comuni all’umanità del tempo sotto qualsiasi latitudine, recatisi in quelle terre con una serie di motivazioni di cui la principale era certamente di ordine economico.
Donne e uomini normali, dunque, salvo forse che per due aspetti che nell’impero sovrastarono tutti gli altri: l’intraprendenza, sempre presente nei fenomeni migratori e la gioventù che fu prevalente su una massa di oltre trecentomila italiani, tra civili e militari, presenti in Africa orientale.
Un’umanità che nel complesso, dopo anni di sudore e lavoro, chiuse tragicamente quell’esperienza. Tanti, infatti, persero la vita nei campi di battaglia o per cause legate agli eventi bellici. Molti, soprattutto donne, vecchi, bambini e malati, rientrarono in patria con le navi bianche avendo perso tutti i loro averi e dovettero sopravvivere con un misero sussidio di poche lire alla vigilia dell’arrivo del fronte di guerra in Italia. La gran parte, infine, passò in condizioni di cattività non meno di cinque anni dietro il filo spinato dei campi di prigionia inglesi sparsi in Africa e in Asia.
Per analizzare questa realtà abbiamo attinto notizie e informazioni dalla saggistica sull’argomento non trascurando quella ancora modesta degli storici autoctoni. Abbiamo estrapolato elementi utili dalla memorialistica, facendo ben attenzione al fatto che essa è pur sempre un’espressione della coscienza della classe dominante dell’epoca, dai reportage giornalistici, dai periodici coloniali e da “Gli Annali dell’Africa Italiana” che nei ventitré volumi pubblicati dal 1938 fino al giugno 1943 rappresentano, sfrondati dagli aspetti retorici e propagandistici, una miniera inesauribile di dati e notizie e una galleria iconografica notevole.
Abbiamo, infine e soprattutto, preso in esame il contenuto dei quotidiani e periodici locali di maggiore diffusione quali il “Corriere dell’Impero” stampato in Addis Abeba e il “Corriere Eritreo” di Asmara con i loro supplementi sportivi, la rivista “Etiopia” e il suo supplemento quindicinale “L’Impero Illustrato”. Queste pubblicazioni si sono rivelate una fonte importante e originale di notizie concernenti il modo di vivere degli italiani in colonia sotto diversi aspetti. Articoli, comunicati, notizie, curiosità, rubriche, annunci pubblicitari che hanno avuto il pregio di rivelare meglio di qualsiasi altro mezzo la vita quotidiana di questi nostri connazionali.
Tra le fonti orali, per la verità sempre più rare oggi che sono passati settanta anni dagli eventi in trattazione, ne abbiamo utilizzata una che ci è sembrata di particolare interesse. Da un’intervista rilasciata da una donna che, pur avanti negli anni, è apparsa dotata di memoria vivida e di tale lucidità da non lasciare nulla alla fantasia deviatrice della realtà, abbiamo estrapolato un paragrafo che ci pare rappresentare un compendio realistico del vissuto di una buona parte delle donne emigrate in terra d’Africa.
La struttura dell’opera si articola in quattro parti. La prima di analisi delle peculiarità del colonialismo fascista, di sintetica descrizione della situazione dei territori dell’Africa orientale, precedente il conflitto italoetiopico e delle operazioni belliche fino alla loro conclusione. La seconda riguarda l’organizzazione dell’impero dal punto di vista istituzionale, politico e amministrativo e le trasformazioni che furono apportate nell’Africa Orientale Italiana nell’arco dei cinque anni di occupazione italiana: gli investimenti effettuati, le infrastrutture create in ogni campo e lo sviluppo economico nel settore industriale, commerciale e dei servizi compreso quello dell’ospitalità, nonché la tutela del lavoro e gli aspetti previdenziali con le soluzioni innovative realizzate o previste. Descrive, infine, il piano di sviluppo dell’agricoltura e l’originale progetto di colonizzazione demografica in fase di realizzazione al momento della sconfitta. La creazione, infine, e la trasformazione dei centri urbani secondo le linee dei piani regolatori.
La terza tratta la società coloniale nei suoi rapporti con i nativi, nella composizione e stratificazione sociale ed economica, nella ricerca di un modello di vita originale, nel contributo alla modernizzazione del paese, nell’utilizzo del tempo libero e nel cammino verso la tragica conclusione di quest’esperienza.
L’ultima si riferisce al periodo che va dalla sconfitta fino ai giorni nostri.
Un lavoro, dunque, che nasce dall’elaborazione di un complesso di dati e notizie, molte delle quali inedite e cerca di dare un quadro quanto più aderente alla realtà di ciò che gli italiani fecero nel bene e nel male in quel lustro intenso e tragico della storia d’Italia e delle memorie che ancora oggi è possibile rintracciare in quella parte martoriata del continente africano.


Fabrizio Di Lalla