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Continua la meritoria opera di approfondimento sulla storia dell’AOI intrapresa da Fabrizio Di Lalla con l’editore Solfanelli. Stavolta il focus è un aspetto finora colpevolmente - e incredibilmente - trascurato: il ruolo delle donne nella sfortunata avventura coloniale italiana. Non fu affatto un ruolo marginale come molti sembrano credere (o voler far credere): parliamo di circa 28.000 donne, non solo “aggregate” passivamente ai mariti, ma anche nubili in cerca di fortuna. Insegnanti, dottoresse, infermiere, impiegate, prostitute: qualcuna per entusiasmo da propaganda di regime, molte per disperazione da povertà e parecchie anche per imposizione queste donne, quasi tutte giovani, “scommisero” sull’AOI per dare una svolta al loro futuro e videro le loro speranze e le loro vite andare in fumo dopo pochi anni. Di Lella tratta prima l’argomento in generale con la consueta puntigliosità basandosi sulle rare fonti archivistiche, poi racconta le vicende personali di Ersilia Cavaciocchi, Marta Maione Padovani, Anna Maria Moglie, Rosa Vinci, Cecilia Rizza, Jolanda Sommovigo, Ain Zara Magno, Olga Corsini Olsoufieff, Debora Parmesan e Matizia Orio e infine riporta integralmente il memoir inedito - tra cronaca bellica e feuilleton - che la Sommovigo nei primi anni Cinquanta tentò invano di farsi pubblicare e il cui manoscritto giaceva da allora in un faldone dell’Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri, una vera chicca. Come di consueto in questi bei “volumoni” Solfanelli sull’AOI in appendice troviamo documenti e apparato iconografico in bianco e nero.
David Frati
http://www.mangialibri.com/node/15753
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